venerdì 25 gennaio 2008

Traslochi Ultima Parte

O almeno così le sembrava. La verità è che aveva dei ricordi piuttosto confusi di quella prima sera. In alcuni punti, il buio era totale. Si ritrovò, nei mesi seguenti, a fargli delle domande imbarazzanti a cui lui rispose con pazienza, mentre altri si sarebbero addirittura offesi.
Però una cosa se la ricordava. Che si era sentita a casa fin dal primo momento. E che adesso, dopo un anno, era lì, a casa, che stava per andare.
Questo pensiero la sorprese, e allo stesso tempo le sembrò talmente ovvio da non meritarsi nemmeno di essere formulato.
All'improvviso si sentì al sicuro e non le importò più molto se fuori stava piovendo ancora. Anzi, corse in cucina, spalancò la finestra e mise il viso più fuori che poteva, gli occhi chiusi e la bocca spalancata. Rimase così per un po', fino a quando non le riuscì di conquistare il primo sorriso a quella giornata.
Andò in bagno, si tolse in fretta l'accappatoio e si asciugò un po' i capelli. Per la prima volta ringraziò la parrucchiera per averglieli tagliati così corti, aveva un milione di cose da fare in un lasso di tempo ridicolo.
Decise di iniziare dall'oceano di vestiti spiegazzati e di scarpe vedove che inondava la sua stanza. Contro ogni ragionevole previsione, non tardò moltissimo a prosciugare quell'oceano. In fondo, pensò, essere una professionista dei traslochi aveva i suoi vantaggi. Si dimenticò anche di mangiare.
In un paio d'ore, le due valigie fameliche sul letto dei suoi genitori erano state richiuse, i libri ordinatamente divisi per genere e autore in tre scatoloni diversi e le sue mug nella fossa comune del “varie”. Non sapeva come ci era riuscita. Non sapeva nemmeno se la casa che stava per lasciare, con un biglietto aereo di sola andata in mano, sarebbe entrata nei suoi sogni.
Sapeva solo che le energie avevano finalmente ripreso a rimescolarsi, come per ogni trasloco. Solo che stavolta, semplicemente, sarebbe andata via da sola e non avrebbe potuto portarsi dietro tutto.

1 commento:

Nathan ha detto...

mhm, com'è leggera la tua prosa, e insieme profonda.
aspetto il prossimo racconto a puntate!
brava